VILLA LATTES
ISTRANA (VE)
stato
2009 - 2011
cliente
Comune di Istrana
ambito
Restauro
team
ARCHITETTONICO - STRUTTURALE E COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN PROGETTAZIONE
Arch. Fidenzio Dal Corso
Arch. Chiara Scapin
COLLABORATORI
Geom. Chiara Da Lio
Il complesso di Villa Lattes, di proprietà del Comune di Istrana, è costituito da un corpo villa con due ali di barchesse, una piccola chiesetta e diversi edifici minori, in origine destinati alle attività agricole, oltre che dal parco storico, ornato con statue del Marinali.
La Villa realizzata nel 1715 per conto di Paolo Tamagnino, è considerata la prima opera dall’architetto Giorgio Massari, autore di altre importanti residenze patrizie nella zona dell’Asolano e del più noto Palazzo Grassi a Venezia. Successivamente la Villa fu dal 1766 al 1772, di Giandomenico Bianchi, poi della famiglia Negri e nel 1842 passò alla famiglia Lattes che la riportò agli antichi fasti, facendone la propria dimora e il luogo dove nel tempo, l’avvocato Bruno Lattes, collocò la sua vasta ed eclettica collezione di opere e reperti di famiglia, oltre che la singolare ed eccezionale collezione di carillons ed automi.
La villa è un’armoniosa costruzione a due piani con la sala passante al centro, cui si aggiunge un terzo piano, limitato solo al corpo centrale, con foratura a trifora nel salone e tipico timpano sommitale collegato al cornicione con due ali spioventi che riecheggiano motivi tardo barocchi e che fanno da raccordo con le parti estreme della facciata.
Ai lati del fabbricato due semplici e belle barchesse terminano con muri curvi che si stemperano nel muro di cinta, in un disegno forse suggerito al Massari dai portici della villa di Maser. Un «omaggio a Palladio» si intravede anche nei due «oblò posti a fiancheggiare il pergolo dell’ultimo piano e ad interrompere con un vuoto la larga paratura muraria: anche nella Basilica di Vicenza gli occhi aperti ai lati della serliana sono provocati da uguale necessità estetica. Le linee curve di raccordo tra villa e barchesse, incorniciano un giardino ovale chiuso in un ideale abbraccio dal poderoso edificio e dalla cinta muraria, quasi a raccogliere lo spazio e rendere più intimo il rapporto fra la casa e il giardino.
Sul lato ovest si erge una bella chiesetta ancora adorna degli arredi e dotazioni d’epoca, impreziosita dalle tele dell’Amigoni e dai bassorilievi attribuiti a Giovanni Bonazza.
Il fascino particolare di questa villa si deve ricercare particolarmente nell’inusuale stato in cui si trova. Quasi tutte le ville giunte a noi (di proprietà pubblica) sono state spogliate di ogni loro arredo, decoro o suppellettile. Villa Lattes rappresenta invece un vero gioiello, una rarità, poiché l’ultimo proprietario donando l’intero compendio comprensivo di quanto ivi contenuto, ha come cristallizzato il tempo. Ancora oggi, percorrendo i saloni, le stanze, o passeggiando nel parco, o entrando nei locali di lavoro delle barchesse, si coglie questo senso di vitale lavorio, ci si immerge in una comune giornata di villa. Si coglie in modo netto la vita che poteva condurre il dominus, apprezzare la ricchezza di quadri, arazzi, mobilio, tappeti, suppellettili e ancor più ammirare la straordinaria collezione di carillons ed automi, che rende questo luogo davvero unico.
Un luogo che ha ospitato i presidenti della Repubblica Segni e Saragat, che ha ispirato registi come Pietro Germi usato come prestigioso set cinematografico per film e fiction; un luogo da preservare, salvaguardare e valorizzare come testimonianza di un tempo ormai trascorso, ma non ancora perduto. Un luogo rivolto ad un turismo esigente, colto e curioso, fatto per apprezzare l’arte e l’architettura, fatto di ambienti sospesi nel tempo, e che l’uso museale consente ora di viverli, assaporarli, assimilarli e nello stesso tempo difenderli come patrimonio collettivo di inestimabile valore umano e sociale.
Questo il viatico che ha ispirato il progetto di Desarchi per la realizzazione del nuovo Museo di Villa Lattes che accoglie una delle più ricche collezioni di automi, giocattoli meccanici e carillons d’Europa, con una fama già largamente diffusa presso gli appassionati di mezzo mondo.
L’intervento così come ideato restituisce il giusto risalto a tutto il lascito del Lattes che comprende oltre ai carillons, importanti opere d’arte come i pastelli opere di Rosalba Carriera, i dipinti della scuola del Piazzetta, la splendida dotazione di mobili Biedermeier, i preziosi tappeti orientali antichi, gli arazzi, gli orologi antichi e le pregiate porcellane cinesi.
Lo spazio museale occupa tutto il corpo villa sui tre livelli e parte della barchessa ovest:
Al pianterreno trova collocazione il bookshop con l’ingresso, tre sale espositive e il nuovo ascensore, al primo piano prosegue il percorso espositivo mantenendo inalterate le ambientazioni come ci sono giunte ma allestite per beneficiare di una idonea illuminazione e di un organico svolgimento dei percorsi.
Per la barchessa ovest il progetto prevede una organizzazione su due livelli con un salone espositivo al P.T. che ospiterà i reperti lapidei provenienti dal Rio Novo di Venezia oltre ad alcune sculture del Marinali recuperate dal parco, mentre il piano superiore verrà destinato a sala per conferenze e centro di documentazione museale.
Completeranno l’intervento i due spazi a cortile laterali alla villa, che potranno ospitare mostre temporanee, allestimenti e performance art.
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Dettaglio del progettoSuperficie: 540.00 mq
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